La fauna ittica è uno degli indicatori per la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali.
Gli ecosistemi acquatici non sono compartimenti stagni, ma un sistema di relazioni ed è ovvio che Legambiente si occupi dei possibili fattori di pressione che mettono a rischio gli habitat.
Legambiente Umbria, attraverso il proprio gruppo di lavoro impegnato in Valnerina nella gestione degli ecosistemi acquatici e costituito da ambientalisti della prima ora e da pescatori di lungo corso, risponde ai consiglieri regionali della Lega, Manuela Puletti e Valerio Mancini che bollano inopportune e propagandistiche le proposte di salvaguardare le risorse ittiche e gli ecosistemi della Valnerina riducendo il prelievo.
“Stupisce che i due consiglieri non sono a conoscenza del fatto che la fauna ittica è uno degli indicatori utilizzati per la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali”, dichiara il Gruppo di Gestione ecosistemi acquatici di Legambiente Umbria.
La Direttiva quadro sulle acque e le norme nazionali e regionali
La fauna ittica è uno degli elementi biologici di qualità ambientale di riferimento per la valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali. Infatti le popolazioni ittiche rispondono alle pressioni sull’ambiente acquatico registrando le ripercussioni degli impatti su una scala temporale di maggiore grandezza rispetto ad altri indicatori. Inoltre la valutazione della fauna ittica di un corso d’acqua si basa sulla presenza e la condizione biologica (classi di età e consistenza demografica) delle specie indigene, sulla presenza di ibridi, di specie aliene e di specie endemiche.
Questo lo stabilisce non un manipolo di ambientalisti ideologici, ma oltre ad essere frutto di studi e monitoraggi scientifici, è previsto dalla direttiva comunitaria Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque) e dal Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, in particolare nella parte terza Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche.
“Invitiamo Manuela Puletti e Valerio Mancini ad andare a rileggere la legge regionale 15/2008 Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, l’esercizio della pesca professionale e sportiva e dell’acquacoltura, che oltre a stabilire che la Regione riconosce negli ecosistemi acquatici e nella fauna acquatica una componente essenziale del patrimonio naturale regionale, prevede che le associazioni ambientaliste partecipino alla Commissione consultiva per la pesca sportiva e che quindi possono avanzare proposte alla Giunta regionale su iniziative, indagini e studi relativi alle materie disciplinate dalla legge”.
La conservazione della fauna ittica: un beneficio anche per la pesca sportiva
Tutti gli studi e i dati dell’Università di Perugia e della Regione Umbria dimostrano in modo inequivocabile che la Valnerina oltre ad essere uno scrigno di biodiversità è anche particolarmente importante per la conservazione della trota mediterranea, specie tutelata dalla Direttiva Habitat e a rischio critico di estinzione, con un trend negativo delle popolazioni.
I monitoraggi effettuati da Legambiente Umbria, con il supporto scientifico del DCBB dell’Università degli Studi di Perugia, dimostrano che da due anni a questa parte, in assenza di immissioni pronto pesca di trote atlantiche (come è stato fatto per anni nonostante la legge lo vietasse sin dal 1997), l’ambiente risponde in modo efficiente, garantendo una buona distribuzione di fauna ittica e un buon andamento delle riproduzioni, non solo nei tratti no kill, ma anche in quelli liberi.
Ed è proprio per mantenere questo patrimonio naturale e ittico di grande pregio che occorre, secondo Legambiente Umbria, modificare la regolamentazione della pesca in tutta la zona superiore alla trota della Valnerina, riducendo il prelievo e regolamentando la pesca sportiva.
“La pesca sportiva potrà avere un futuro – sottolinea il Gruppo di Gestione ecosistemi acquatici di Legambiente Umbria – soltanto se saprà misurarsi con la conservazione degli ecosistemi e la salvaguardia della fauna ittica. Il rispetto delle norme che vietano la reintroduzione di specie aliene, pratiche sportive più sostenibili come la pesca no kill e un prelievo ragionevole in relazione alle capacità produttive di un ambiente acquatico possono garantire il mantenimento dei cicli riproduttivi della fauna ittica e la possibilità di continuare a praticare la pesca sportiva”.
A proposito di propaganda
“Purtroppo occorre constatare che certa politica fa spesso propaganda elettorale a dispetto di norme nazionali e europee – conclude il Gruppo di Gestione ecosistemi acquatici di Legambiente Umbria – invece di impegnarsi per gestire e valorizzare le aree protette regionali facendo coesistere in modo virtuoso la necessità di conservazione e tutela delle risorse ambientali, con lo sviluppo di attività economiche, sociali e ludico sportive”.